C’è un posto in Europa dove scienziati e scienziate hanno dato vita a un vero e proprio assembramento. Non c’è altro modo di dirlo: in un’area di poco più di trenta chilometri quadrati hanno trovato posto il centro europeo per l’osservazione della Terra dell’Esa, l’Agenzia spaziale italiana, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, i laboratori nazionali dell’Infn, l’Università di Roma Tor Vergata, numerosi istituti e laboratori del Consiglio nazionale delle ricerche.
È l’area di Frascati.
C’è anche chi da queste parti volle costruire il primo laboratorio italiano di astrofisica spaziale. Come Livio Gratton. E chi negli stessi anni diede vita a un laboratorio di ricerca e tecnologia per lo studio del plasma interplanetario. Come Edoardo Amaldi e Bruno Rossi. Non è un caso, dunque, se oggi in questo fazzoletto di terra si progetta la ricerca spaziale di domani: astrofisica delle alte energie, cosmologia ed evoluzione galattica, fisica spaziale, space weather, formazione ed evoluzione spaziale, studio dell’interazione gravitazionale, scienze planetarie, tecnologia, innovazione.
In questo numero di Universi siamo entrati nei laboratori dell’Inaf Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali. Buona visione.
Ph. Valerio Muscella