Dunque. Tenete a mente che la fusoliera di un Boeing 737 è più corta. Di cinque metri buoni. Già questo può restituire un’idea di quanto sia complesso gestire una linea da vuoto lunga 35 metri, con sorgenti, rivelatori, filtri sottili quanto una bolla di sapone, in grado di resistere alle sollecitazioni di un razzo in fase di decollo, e che consente di effettuare test e calibrazioni su componenti e dispositivi satellitari. Tecnologia sofisticatissima, come quella che sarà utilizzata per Athena, il grande osservatorio a raggi X dell’Agenzia spaziale europea.
Siamo a Palermo, nei laboratori dell’Inaf di via Ingrassia, quelli della fu Specola Panormitana: l’Osservatorio Astronomico. I laboratori ospitano, per l’appunto, la struttura Xact (X-ray Astronomy Calibration and Testing), ma non solo. C’è il laboratorio Life (Light Irradiation Facility for Exochemistry) in cui si produce ghiaccio interstellare artificiale, fondamentale per chi vuole dare risposte alle grandi domande sulle origini della vita nell’universo. C’è il laboratorio di microtecnologie, per la caratterizzazione dei materiali dal punto di vista ottico e meccanico. C’è il laboratorio di criogenia, capace di riprodurre temperature prossime allo zero assoluto. E c’è un supercomputer che consente di effettuare dettagliatissime simulazioni tridimensionali di fenomeni astrofisici.
Vi sembra manchi qualcosa? Beh, potete pur sempre fabbricarla in house, accedendo all’officina. Sapete come sono gli astrofisici: artigiani della qualità. Con buona pace di chi avrebbe preferito un divano.
Ph. Riccardo Bonuccelli