L’universo sulle scale più grandi

Quali sono i processi fisici che regolano la formazione e l’evoluzione delle galassie e dei nuclei galattici attivi? Qual è la struttura dell’universo su larga scala e a diverse epoche cosmiche? Qual è la natura della materia e dell’energia oscura e come si comporta la gravità su scale cosmologiche? Queste sono solo alcune delle domande alle quali i ricercatori dell’Istituto nazionale di astrofisica stanno cercando di rispondere.

Comprendere l’universo, stella dopo stella

Proprio come noi, anche le stelle nascono, evolvono e muoiono, in un ciclo vitale lungo milioni o miliardi di anni. Essendo la nostra vita molto più breve, non riusciamo a goderci interamente lo spettacolo e l’unica cosa che possiamo fare è osservare popolazioni di stelle in diverse fasi della loro vita, per poi costruire un modello che ci permette di riprodurre le proprietà osservate e presumere di aver così compreso l’evoluzione stellare.

L’universo a noi vicino: il Sole e il Sistema solare

Se affacciarsi sull’universo a grande scala ha un fascino quasi magnetico, che ci attira come il vuoto dal ciglio di una montagna, anche il nostro vicinato cosmico non scherza. Proprio perché è vicino, sentiamo di avere il tempo e le capacità per poterlo conoscere nel dettaglio, per afferrare quei particolari che inevitabilmente, quando si va lontano nello spazio e nel tempo, ci scivolano tra le dita.

L’universo energetico: astrofisica relativistica e delle particelle

Cosa succede alla materia in condizioni estreme, quando densità e temperatura raggiungono valori elevatissimi? Come si modifica lo spaziotempo in presenza di oggetti collassati, come stelle di neutroni o buchi neri? Cosa succede quando stelle di neutroni e buchi neri si scontrano? Come vengono accelerati i raggi cosmici e che impatto hanno sulla formazione stellare e sull’evoluzione galattica?

L’universo tecnologico: strumentazione avanzata e innovazione

La ricerca tecnologica nell’Inaf è fortemente multidisciplinare e diversificata. La continua evoluzione nel campo dell’astronomia osservativa determina la necessità di costruire strumenti hardware e software sempre più complessi e di sviluppare tecnologie e materiali innovativi. Così come fanno le complesse simulazioni numeriche necessarie in fase di progettazione, analisi e interpretazioni dei risultati osservati.

La facility di Ottica Adattiva di Arcetri

Bastano pochi minuti, anche perché è davvero a un tiro di sasso dal centro. Si risale il viale alberato del Poggio Imperiale, dando le spalle a Porta Romana e a tutta Firenze, ricolma di turisti. Eccola Arcetri, con il suo piccolo borgo di case, le dolci colline toscane e villa Gioiello, quella dove Galileo Galilei ha trascorso i domiciliari dopo la condanna del Sant’Uffizio nel 1633. L’osservatorio astrofisico si trova sulla collina di fronte.

Con Universi siamo entrati nella facility di Ottica Adattiva. Un laboratorio (e un intero gruppo di lavoro) che ha un’esperienza consolidata in disegno, realizzazione, test e operatività osservativa di sensori di fronte d’onda a piramide e specchi secondari adattivi. Da quando nel 2018 è diventata operativa, ha ospitato attività fondamentali come le prove di fasatura dello specchio M4 del futuro Extremely Large Telescope in Cile o l’integrazione e il test del prototipo di sensore per il Giant Magellan Telescope in Arizona.

Ph. Riccardo Bonuccelli