Maia, una missione per l’inquinamento e la salute

Maia, una missione per l’inquinamento e la salute

Una missione per valutare l’inquinamento atmosferico e i suoi danni sulla salute delle persone. Si chiama Maia ed è una collaborazione fra Nasa e Asi. In Italia osserverà Roma, Milano e Taranto.

IL BOSCO URBANO
Una vegetazione equivalente a quella di 30mila mq di bosco e sottobosco, concentrata su 3mila mq di superficie urbana: è il Bosco Verticale di Stefano Boeri, a Milano. Crediti: Pexels

La prima collaborazione fra agenzie spaziali, epidemiologi e ricercatori di sanità pubblica si chiama Maia (Multi-Angle Imager for Aerosols). Analizzerà la distribuzione di particolato (Pm) e aerosol nell’atmosfera in molte città del mondo e, con l’aiuto delle strutture sanitarie locali, cercherà di capire quali effetti hanno tali inquinanti sulla salute dell’uomo. L’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) fornirà la piattaforma di supporto allo strumento scientifico, sviluppato dal Jpl della Nasa. 

«L’inquinamento da particolato aereo è il principale rischio ambientale per la salute in tutto il mondo», dice a Universi Stacey Boland, ingegnere di sistema del progetto Maia a Jpl. «Alla Nasa siamo entusiasti di collaborare con Asi per migliorare la comprensione dei collegamenti tra diversi tipi di particelle aerodisperse e la salute umana».

Maia, il cui lancio è previsto nella primavera del 2025, orbiterà a 740 km di quota e sarà in grado di distinguere diversi tipi di Pm osservando come la luce del Sole si riflette sulla Terra e sulla sua atmosfera. Utilizzerà 14 filtri a lunghezze d’onda da 335 a 2220 nm, perché ciascuna particella diffonde la luce in modo più efficiente a lunghezze d’onda simili alla propria dimensione. Nel visibile si hanno informazioni sugli aerosol più piccoli di 2,5 micron, nell’infrarosso su quelli più grandi come la polvere e la cenere vulcanica, e nell’ultravioletto su composti minerari e organici. Lo strumento sarà ospitato nella piattaforma Platino, finanziata da Asi e sviluppata con quattro aziende italiane.

«Platino è una piattaforma all’avanguardia a livello europeo, ospiterà Maia e gli fornirà tutti i servizi di cui ha bisogno», dice a Universi Vincenzo Pulcino, ingegnere aerospaziale all’Asi e project manager del programma Platino. «Si tratta di un satellite grande circa 280x420x170 cm3 in configurazione di volo e pesante 380 kg; contiene sistemi di bordo per garantire la stabilità termica, la controllabilità da terra, il download dei dati, il controllo di assetto e dell’orbita, e un computer che gestisce tutte le unità e memorizza temporaneamente i dati». 

In tre anni di missione, Maia acquisirà i dati di diverse città. I target primari saranno osservati in media tre volte e mezzo la settimana, mentre i target secondari una volta la settimana. In Italia, fra i primi c’è Roma, fra i secondi Milano e Taranto. Il sensore acquisirà immagini con un’estensione a terra di 300×400 km2, e punterà ogni target con diversi angoli di vista a distanza di pochi minuti, per capire come le particelle riflettono e diffondono la luce e per stimarne dimensione, forma e proprietà ottiche. 

Le informazioni sugli inquinanti presenti in una determinata zona verranno integrate con le statistiche sullo stato di salute degli abitanti, per indagare gli effetti sul breve e sul lungo termine. «Le particelle più grandi hanno effetti diretti sulle vie aree, causando malattie respiratorie come tosse o infiammazioni», continua Pulcino. «Le particelle più piccole di 2,5 micron, una volta inalate, entrano più a fondo nel sistema respiratorio, possono arrivare nel flusso sanguigno causando problemi a vari organi inclusi il cuore, i polmoni e il cervello».