Il cielo stellato sopra di noi

Il cielo stellato sopra di noi

La storia degli esseri umani e dei loro riti è legata indissolubilmente a quella degli astri. Non ne siete convinti? Allora è tempo di leggere Il cielo stellato sopra di noi, e di ricredersi.

Quando ero piccolo avevo un libro di miti e favole greche, era uno dei miei preferiti: un piccolo volume didattico di colore blu, con sopra disegnate delle costellazioni. Lo portavo con me ovunque e, anche quando ormai era logoro per le innumerevoli letture, continuavo a stupirmi: ogni storia, da Apollo che trasporta il Sole alla dolce vicenda delle sorelle Pleiadi, sembrava legarsi in qualche modo a una costellazione o a un astro.

Il libro di Roberto Trotta: Il cielo stellato sopra di noi ha riacceso in me quella curiosità infantile, svelando il legame profondo che esiste tra i miti, le leggende umane e le nostre stelle.
Con uno stile accessibile ma rigoroso, Roberto Trotta ci porta alla scoperta della storia dell’astronomia, legandola indissolubilmente a quella dell’essere umano. Si parte dal primo osso di Lebombo, uno degli strumenti di calcolo più antichi utilizzato dagli ominidi, fino all’introduzione del machine learning, descritto come un demone di Laplace.
Senza mai risultare pedante o saccente, l’autore alterna capitoli dal taglio storico e scientifico, che raccontano l’evoluzione dell’astronomia, ad altri più narrativi e immaginifici, ambientati in un mondo alternativo, dove il cielo è sempre coperto da nuvole e le stelle non si vedono mai. Un’alternanza che non solo incuriosisce, ma spinge anche a riflettere su quanto profondamente gli astri abbiano influenzato la nostra cultura e su come sarebbe vivere senza mai «uscir a riveder le stelle».

È una lettura che consiglio a tutti, ma indispensabile per ogni scienziata e scienziato. Non solo per il valore altamente didattico di ogni capitolo, ma soprattutto per riscoprire il motivo più profondo del fare scienza. Ci ricorda come il cielo, che oggi studiamo con strumenti sempre più precisi, è stato per millenni fonte di miti e religioni. Di come abbia plasmato un’umanità che, per la maggior parte della sua esistenza, ha vissuto a stretto contatto con il Sole, la Luna e gli astri.
Ecco, pensate alla potente connessione, spiegata da Trotta, tra il mito mitriaco e… Gesù. Se noi festeggiamo il Natale proprio il 25 dicembre, lo dobbiamo al legame tra l’antico culto del sole e la ricorrenza del solstizio d’inverno (Natalis Solis Invicti).

Un libro che riesce a farci capire a fondo la citazione di Wright: «Non riesco mai a guardar le stelle senza chiedermi perché tutti gli esseri umani non diventino astronomi».
– Thomas Wright, An Original Theory or New Hypothesis of the Universe.

Voltata l’ultima pagina, posato il libro sullo scaffale, mi è venuta voglia di uscire a guardare il cielo a occhi nudi. Ammirarlo con lo stupore di un bambino. Per riconnettermi con quel racconto antico che scriviamo da millenni insieme, notte dopo notte, tracciando la nostra storia proprio là, in quel cielo stellato sopra di noi.

A PORTATA DI MANO
Il cielo del Paranal, l’osservatorio astronomico realizzato e gestito dallo European Southern Observatory, situato sul Cerro Paranal nel deserto di Atacama. Crediti: Eso/B. Tafreshi