Oltre vent’anni di responsabilità scientifica

Oltre vent’anni di responsabilità scientifica

Gaetano Telesio, Direttore generale dell’Inaf

L’Istituto nazionale di astrofisica ricopre un ruolo fondamentale nel panorama di ricerca scientifica nazionale e internazionale. Nell’ambito del Pnrr ha ottenuto finanziamenti per 200 milioni di euro. E negli ultimi anni sono cresciute in numero anche le persone che ci lavorano stabilmente. L’ente italiano per lo studio dell’universo è nel mezzo di uno straordinario processo di trasformazione. Una trasformazione che passa anche attraverso la capacità o meno di saper gestire, spendere, risparmiare, rendicontare, ottimizzare le risorse economiche con cui l’astrofisica si traduce in strumenti, facility e progetti di ricerca. Ne abbiamo parlato con Gaetano Telesio, Direttore generale dell’Istituto nazionale di astrofisica.

Direttore, qual è lo stato dell’arte? Ci aiuta a capire meglio di che cosa stiamo parlando?

L’Inaf nasce più di vent’anni fa dalla fusione degli ex osservatori astronomici e astrofisici e di alcuni istituti del Consiglio nazionale delle ricerche. Attualmente l’Inaf ha una sua amministrazione centrale che ha sede nel viale del Parco Mellini a Roma, dove si trovano gli uffici della Presidenza, della Direzione generale e della Direzione scientifica ed è articolata a livello territoriale in 16 strutture dislocate sull’intero territorio nazionale. Alcune di queste strutture peraltro sono di grande rilevanza culturale, paesaggistica, storica e architettonica, perché si tratta delle antiche specole o comunque di osservatori che sono stati costituiti quando in Italia l’astronomia e in seguito l’astrofisica hanno avuto un grandissimo sviluppo. Stiamo parlando degli osservatori astronomici che ancora oggi vengono visitati da migliaia di persone, come quelli di Padova, di Capodimonte e di Brera, tanto per citare i più antichi. Attualmente l’Inaf conta su circa 1500 tra dipendenti a tempo determinato e indeterminato, tra ricercatori, tecnologi e personale tecnico amministrativo. Nell’ultimo quinquennio c’è stato un notevole sviluppo della dotazione organica dell’ente, perché tra assunzioni ordinarie, scorrimenti di graduatorie vigenti e nuove procedure concorsuali abbiamo reclutato, anche attraverso le procedure di stabilizzazione del personale precario, circa 400 persone tra ricercatori, tecnologi e personale tecnico amministrativo: un ampliamento di circa il 30%. Ricordiamo che l’amministrazione – che svolge attività di supporto alle attività di ricerca, scientifiche, tecnologiche, di innovazione, di trasferimento tecnologico e di divulgazione, fondamentali per il core business solo di recente ha ricevuto una maggiore attenzione, perché purtroppo in passato le politiche di reclutamento sono state rivolte soprattutto all’implementazione della parte scientifica e tecnologica. Senza la parte amministrativa, tuttavia, quella scientifica e tecnologica non potrebbe essere svolta in modo efficace ed efficiente. Ultimamente, c’è stata un’inversione di tendenza in questo senso e si sta producendo un notevole sforzo per potenziare l’amministrazione.

Lei, insomma, sottolinea la necessità di coordinare e trasferire competenze e attività organizzativo gestionali tra “periferia” e “centro”. Una questione cui la sua direzione generale ha dedicato molte energie…

Villa Mellini, Roma. Situata sulla sommità della riserva naturale di Monte Mario, occupa il punto più alto della città. Oggi ospita la sede centrale dell’Istituto nazionale di astrofisica.

Sì, quando questa Direzione generale si è insediata alla fine del 2016, effettivamente ha trovato una situazione molto critica sotto questo punto di vista, perché c’era un netto scollamento tra quella che era l’amministrazione centrale e le strutture di ricerca dislocate sul territorio. Non esisteva interazione e questo ha inciso negativamente e gravemente sull’unitarietà dell’ente. Con le ultime due presidenze abbiamo sviluppato il principio dell’amministrazione della gestione diffusa, che ha portato a un cambiamento radicale delle relazioni tra l’amministrazione centrale e le strutture di ricerca, proprio nell’ottica di creare un ente unico, in grado di perfezionare processi, procedure e procedimenti con la massima sinergia e interazione possibile e renderli uniformi e omogenei. A tal fine è stata costituita una struttura tecnica di supporto alla Direzione generale per lo svolgimento delle procedure concorsuali, in un periodo in cui queste hanno impegnato in maniera severa e intensa tutto l’ente; sono stati costituiti dei gruppi di lavoro che hanno lavorato per l’intero ente, di cui ha fatto parte personale dell’amministrazione centrale ma anche delle strutture di ricerca. Addirittura, la Direzione generale ha creato dei tavoli tecnici permanenti che hanno riguardato sia l’edilizia e il patrimonio sia gli appalti e i contratti pubblici, altra materia molto delicata. 

C’è poi un’altra questione: l’astrofisica “parla” italiano anche ben oltre i propri confini nazionali…

Sì, non va dimenticato che l’amministrazione non supporta soltanto le strutture di ricerca all’interno del territorio, bensì anche tutte le iniziative internazionali. L’Inaf ha più stazioni osservative all’estero. Si pensi al telescopio nazionale Galileo alle Canarie, a La Palma, al Large Binocular Telescope in Arizona e alle altre iniziative che si stanno portando avanti con tantissimi altri paesi europei ed extraeuropei per l’abilitazione delle grandi reti di radiotelescopi (Ska e Cta), per la costruzione dell’Extremely Large Telescope in Cile, sull’altopiano del Paranal a 3000 metri di altezza, che sarà il più grande telescopio mai esistito, con uno specchio del diametro di 39 metri e uno spessore di un metro e mezzo e che costerà oltre un miliardo di euro. Quindi è ovvio che la Direzione generale, con l’amministrazione centrale in interazione con i direttori responsabili amministrativi delle strutture di ricerca, costituisce il nucleo amministrativo forte che dà il supporto all’Inaf per lo sviluppo dei progetti nazionali e internazionali.

Servono efficienza e competenza. Non solo per la costruzione ma anche per la gestione delle infrastrutture, nazionali e internazionali, che sono fondamentali per il corretto funzionamento. 

Non solo. Grazie alla maggiore credibilità che ha raggiunto l’ente in questi ultimi sei anni, l’Inaf ha avuto accesso a tutta una serie di risorse ministeriali che prima era impensabile avere. Questo perché l’ente ha dimostrato grande eccellenza nell’ambito dell’astronomia e dell’astrofisica e perché l’amministrazione ha garantito una gestione efficace ed efficiente delle risorse pubbliche, e ha quindi acquisito credito rispetto al ministero, che ha puntato sull’Inaf, attribuendogli una serie di risorse importanti. Basti pensare che negli ultimi sei anni il Foe (il Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca) dell’Inaf ha avuto un incremento di circa 30 milioni di euro tra assegnazione ordinaria e risorse destinate alle attività di ricerca a valenza internazionale e di progettualità di carattere straordinario.

Nell’ambito del piano nazionale di ripresa e resilienza, l’Inaf ha visto approvati diversi progetti e sta ricevendo finanziamenti cospicui. Nuove risorse da gestire e rendicontare: come si fa? 

La lapide che sovrasta l’ingresso alla torre solare Inaf nel parco di Villa Mellini, con la dedica agli astronomi Lorenzo Respighi e Angelo Secchi.

L’Inaf ha ricevuto la bellezza di oltre 200 milioni di euro da gestire. Quindi sì, è una sfida epocale che mette a dura prova tutto l’assetto organizzativo e funzionale dell’ente, proprio perché l’amministrazione in passato non ha mai avuto quell’attenzione che necessitava e quindi oggi ci troviamo a dover gestire questi progetti con una forza lavoro amministrativa non adeguata. Si stanno producendo notevoli sforzi, come quello della Direzione generale, che deve garantire il necessario supporto ai direttori responsabili amministrativi delle strutture di ricerca e ai responsabili scientifici dei progetti; senza, infatti, non si potrebbero avviare tutte le attività. Solo le procedure di acquisizione di beni e servizi ammontano a circa 400 tra procedure fino a 139.000 €, altre di media entità tra i 100.000 e 400.000 € e quelle di grandissimo respiro che riguardano la realizzazione di specchi, telescopi e altre strumentazioni scientifiche e tecnologiche, che addirittura arrivano fino a importi pari a 30 milioni di euro.

Una sfida nella sfida, quindi. Quello della Direzione generale è un osservatorio privilegiato sull’ente nel suo insieme. Che cosa c’è nel prossimo futuro dell’Inaf?

Siamo concentrati sullo sviluppo scientifico e tecnologico dell’Inaf che ormai è ben avviato e sta ricevendo un flusso importante attraverso anche l’autorevolezza e la credibilità maturata rispetto al governo, e quindi al ministero dell’università e della ricerca, ma anche rispetto a quelli che sono gli organismi internazionali come Eso, Esa e gli altri che ci aiuteranno e ci stanno già aiutando e con i quali stiamo collaborando per la realizzazione di questi grandissimi progetti internazionali.

La preoccupazione della Direzione generale, però, è il potenziamento dell’amministrazione centrale. Non è pensabile, infatti, che un Inaf, che è il terzo per dimensioni più importante in Italia, abbia solo due dirigenti. Stiamo interloquendo con il ministero per potenziare l’amministrazione con dirigenti e figure medio apicali. Solo in questo modo è possibile garantire per il futuro un consolidamento dell’amministrazione che, a prescindere dalle direzioni generali che si susseguono, sia in grado di camminare con le proprie gambe.