Osservare l’universo per comprenderlo sempre più in profondità e sempre con maggior dettaglio è la sfida ambiziosa dell’astrofisica moderna. Puntare in alto per vedere lontano, per produrre nuova conoscenza.
Il modello ottocentesco humboldtiano di università si fondava sul motto « Freiheit und Einsamkeit » (“libertà e solitudine”), termini che rivendicavano per la comunità accademica – di cui sono parte a pieno titolo anche gli scienziati – la piena autonomia e insieme un grande distacco dalla società. In libertà e solitudine infatti gli scienziati accademici realizzavano le loro ricerche spinte solo da questioni fondamentali. La ricerca “di base”. Una condizione di cui certamente, a lungo termine, tutta la società beneficiava, perché la scienza accademica era, come è tuttora, il motore dell’innovazione tecnologica.
Il testo Science. The Endless Frontier (V. Bush, 1945) segna l’ingresso della scienza nella cosiddetta era post-accademica, ridisegnando radicalmente la fisionomia del mondo scientifico attraverso nuovi rapporti tra ricerca e politica. La scienza e la tecnologia diventano una risorsa strategica e un fattore chiave di sviluppo economico e sociale su scala globale. Da mecenate, lo Stato diventa committente. Le grandi decisioni in merito allo sviluppo della scienza vengono discusse anche in sede politica e i Governi delle società tecnoscientifiche rivendicano il diritto di delineare fuori dalle accademie la “politica della ricerca”.
In questo contesto profondamente interconnesso tra scienza e società democratica della conoscenza, il sistema di innovazione tecnologica attinge sistematicamente alle conoscenze prodotte dagli scienziati, usando la scienza applicata come elemento risolutore di problemi pratici, che nel settore dell’astrofisica spaziano dall’ottica all’elettronica, dalle telecomunicazioni all’informatica, dal controllo ambientale alla medicina, dall’energia fino ai beni culturali.
Così, ogni volta che un telescopio spinge il suo sguardo oltre i limiti dell’orizzonte conosciuto, anche il nostro orizzonte si amplia e qualcosa che ci riguarda da vicino resta a terra: materiali innovativi, nuove tecnologie, soluzioni d’avanguardia alle sfide di tutti i giorni. Parlare di innovazioni tecnologiche provenienti dalla ricerca scientifica significa parlare ancora del ruolo della scienza nella società.
L’Istituto nazionale di astrofisica di tutto questo è consapevole.
Le ricadute tecnologiche e industriali rendono i risultati della ricerca scientifica accessibili in tempi relativamente brevi, mentre un sistematico scambio di conoscenze fra i ricercatori e tecnici delle imprese induce sinergie vincenti a lungo termine, capaci di generare nuovi mercati che vadano oltre la mera commessa di produzione industriale.
D’altra parte, il successo stesso dell’astrofisica è delegato alla realizzazione di infrastrutture osservative sempre più performanti, fatto che rende a maggior ragione quello tra la scienza e Sua maestà la tecnologia (P. Greco, 2001) un connubio indissolubile.
Questa rubrica si propone come un viaggio attraverso i molteplici orizzonti di questo fertile sodalizio.