Sotto la stessa Luna

Sotto la stessa Luna

Un incontro interculturale getta le basi per una nuova collaborazione: scienza e cultura si raccontano osservando e studiando la Luna.

Nubi di sabbia, sollevate da una tempesta, avvolgono il disco della Luna mentre due figure risalgono il crinale di una duna nel deserto. Crediti: Pexels/K. Yılmaz

C’è un progetto in particolare che vogliamo raccontarvi in questo primo numero della rubrica “Incontri”, perché proprio da un incontro è nato. Persone e culture diverse hanno infatti avviato un percorso di reciproca conoscenza a partire da un magnifico punto in comune: la Luna. 

L’incontro in questione avviene nel 2017, nell’ambito di un master in studi interculturali, e vede protagonisti un Imam e alcuni ricercatori dell’Inaf accomunati da un profondo interesse per il dialogo tra culture e da una spiccata propensione a mettere in piedi progetti innovativi. Quello è stato il primo incontro tra Inaf e la Comunità islamica italiana, rappresentata dal Centro islamico culturale d’Italia, unico ente islamico riconosciuto a oggi dalla Repubblica Italiana. A quello ne sono seguiti molti altri.

Nella cultura islamica l’avvistamento della falce di Luna crescente ha un ruolo fondamentale nel determinare la fine e l’inizio del nuovo mese: il mancato avvistamento significa che il mese finirà con uno o più giorni di ritardo (in base a quando verrà avvistata), generando molteplici implicazioni nelle varie comunità musulmane. 

Nonostante la pandemia, nell’aprile del 2020 è stata formalizzata una lettera di intenti tra le parti per avviare una collaborazione su un nuovo modello di sviluppo relazionale sostenibile: un dialogo interculturale che ha come fini una più capillare diffusione scientifica dell’astronomia nella comunità islamica nazionale e una nuova fase di confronto culturale e scientifico. La lettera di intenti ha dato il via alla costituzione di una Commissione scientifica bilaterale, per garantire equilibrio e incisività prospettica di lavoro congiunto, e a un tavolo scientifico interculturale.

A oggi questa è un’esperienza unica e innovativa nel panorama europeo, e vuole fare da apripista non solo in Italia ma in tutto il vecchio continente, dove l’Islam è diventata la seconda fede professata. Il Centro islamico, nel rispetto del ruolo istituzionale che il riconoscimento da parte della Repubblica italiana comporta, vuole rendere un ulteriore servizio alla comunità dei fedeli musulmani italiani, aprendo loro nuove vie di cooperazione e formazione.

Il primo evento ufficiale si è svolto il 23 aprile del 2020 quando i ricercatori Inaf collegati da tutta Italia, chi da un osservatorio deserto chi dal tetto di casa, hanno cercato di osservare la prima falce di Luna nuova, segno di avvio del mese di digiuno, cosa non banale visto che era molto bassa sull’orizzonte e molto vicina al Sole al tramonto. Ma è proprio per spiegare la Luna e i suoi moti che i ricercatori si sono messi in gioco in questa nuova avventura. 

Da allora, ogni anno si è svolto almeno un evento diffuso sul territorio nazionale nei giorni che precedono l’inizio del mese di Ramadan, e già sono in programma azioni per l’avvistamento della Luna in altre occasioni di grande importanza per l’Islam, come la fine del Ramadan, l’inizio del mese del pellegrinaggio (Dhu’l Hijja) e l’inizio del Capodanno islamico (Muharram). 

Nel tempo è stata coinvolta nel progetto anche l’Unione astrofili italiani, che sta dando grande supporto nell’ampliare la platea di Imam che possono essere coinvolti nelle osservazioni. Tutto nell’ottica di fornire gli elementi scientifici necessari alla corretta interpretazione dei moti della Luna e dell’avvistamento lunare, sui quali si fonda il calendario islamico.

di Francesca Maria Aloisio