Vst sotto una nuova luce

Vst sotto una nuova luce

Il Vlt Survey Telescope si prepara a un’evoluzione che lo renderà unico con Vstpol, un progetto a guida Inaf che punta a dotarlo di una modalità polarimetrica, rara − se non unica − in telescopi di classe media

In un’onda elettromagnetica, l’oscillazione del campo elettrico (e magnetico) lungo direzioni privilegiate è un fenomeno chiamato polarizzazione. La polarizzazione della luce deviata da polveri, elettroni o campi magnetici è un’informazione preziosa che ci aiuta a svelare l’architettura nascosta dell’universo. Ricostruire la polarizzazione della radiazione elettromagnetica è possibile grazie alla polarimetria, una tecnica in grado di misurare la direzione e l’intensità dei campi elettromagnetici nell’universo, permettendo di descrivere i processi di diffusione della luce.

Dalla polvere interstellare che permea la Via Lattea alle atmosfere planetarie, fino alle regioni dove nascono stelle e galassie, i fenomeni fisici che inducono polarizzazione della luce sono ovunque. La polarizzazione è un’informazione potenzialmente sempre disponibile, ma che non viene misurata nella maggior parte delle osservazioni astronomiche perché spesso vengono effettuate con una strumentazione che non è in grado di rilevarla.

Il Vlt Survey Telescope (Vst) in funzione all’Osservatorio Eso del Paranal, in Cile, è dal 2011 uno degli strumenti più efficienti per l’imaging ottico a grande campo, grazie a un’eccellente qualità delle immagini dovuta alla combinazione tra un telescopio a ottica attiva, ottime prestazioni ed elevata affidabilità, in uno dei siti astronomici migliori del mondo. Dotato di uno specchio primario di 2,6 metri di diametro, con i 268 megapixel di OmegaCAM, Il Vst è capace di coprire un grado quadrato di cielo con una singola esposizione: due volte più ampio della Luna piena. Il Vst ha contribuito a survey e ricerche su larga scala, dalla struttura della Via Lattea alla caratterizzazione di galassie lontane. Ma lo scenario sta rapidamente cambiando con l’arrivo di telescopi molto più grandi e di nuova generazione: nei prossimi anni, la Legacy Survey of Space and Time (Lsst) del Vera C. Rubin Observatory offrirà infatti prestazioni rivoluzionarie in questo settore.
Per mantenere un ruolo di primo piano, il Vst si prepara a una trasformazione con Vstpol, un progetto a guida Inaf che punta a dotarlo di una modalità polarimetrica, al momento rara − se non unica − in telescopi di classe media. Grazie all’inserimento di un grande polarizzatore rotante installato sull’ottica del correttore di campo, il Vst sarà dotato di una nuova ottica intercambiabile con ’quella del correttore non polarimetrico, mentre dal punto di vista di chi osserva non cambierà niente.

La polarimetria astronomica a grande campo è ancora poco esplorata: gli strumenti polarimetrici disponibili sono pochi e generalmente adatti a studiare singole sorgenti. Viceversa, i rari strumenti polarimetrici dotati di un discreto campo di vista sono alloggiati su telescopi di piccolo diametro. Unire grande campo e polarimetria ad alta qualità creerà un binomio che aprirà nuove possibilità per studiare fenomeni magnetici e processi di scattering, ma anche per analizzare la composizione di piccoli corpi del Sistema solare come comete e asteroidi.
Con Vstpol, il Vlt Survey Telescope − pensato come telescopio dedicato a survey ottiche − si prepara così a un’evoluzione che lo renderà unico: diventare il primo strumento capace di “mappare” il cielo in polarizzazione.

VSTPOL
Un dettaglio del polarizzatore rotante che verrà installato sull’ottica del correttore di campo, al Vlt Survey Telescope dell’Osservatorio Eso del Paranal, in Cile. Crediti: Inaf/S. Savarese