Il Museo Astronomico e Copernicano di Roma

Il Museo Astronomico e Copernicano di Roma

(di Lucio Angelo Antonelli, Marco Faccini, Giangiacomo Gandolfi, Francesco Poppi)

Astrolabi, cannocchiali, testi antichi: mille anni di storia dell’astronomia raccontati attraverso una collezione unica nel suo genere.

SALA DEI GLOBI
In primo piano un prezioso globo celeste di Vincenzo Coronelli, risalente alla fine del XVII secolo e ispirato ai preziosi gioielli tradizionali noti come “moretti veneziani”. Crediti: Inaf/G. Masi

La storia del Museo Copernicano ha avuto origine più di 150 anni fa, in occasione delle celebrazioni del quarto centenario della nascita di Copernico, tenutesi nel 1873 a Roma, presso l’Università La Sapienza. Il legame tra Copernico e Roma risale al 1500, quando lo scienziato vi soggiornò in occasione del Giubileo. Lui stesso narra di aver osservato dalla Capitale un’eclissi di Luna e il suo allievo Retico racconta che il maestro vi avrebbe tenuto lezioni di astronomia.

Col diretto coinvolgimento del Ministero dell’Istruzione del neonato Regno d’Italia, fu deciso di fondare un museo permanente in cui trovassero posto i documenti originali e le opere celebranti Copernico raccolte dai numerosi donatori suoi connazionali e, inoltre, di dedicarlo anche alla storia dell’astronomia italiana. Non fu immediato trovare la collocazione definitiva per il Museo Astronomico e Copernicano, che nel 1886 venne finalmente associato all’Osservatorio del Collegio Romano e inaugurato in alcune sale poste al piano sottostante l’Osservatorio. 

Il principale promotore e primo curatore fu Arturo Wołyński, storico polacco esule in Italia che possedeva una ricca collezione personale dedicata a Copernico e Galileo. Alla direzione dell’Osservatorio del Collegio Romano c’era Pietro Tacchini, che insieme a Wołyński si dedicò alla raccolta di importanti donazioni da parte di istituti italiani che possedevano strumenti astronomici antichi, libri e documenti d’archivio. Fin dalla sua nascita siamo dunque di fronte a un moderno Museo-Archivio-Biblioteca (MAB), che consente di ripercorrere le principali tappe della conoscenza del mondo a partire dalle origini fino ai giorni nostri.

CANNOCCHIALI
La collezione dei cannocchiali storici esposta nella
prima sala del museo. Il più antico risale al periodo 1630-40. Crediti: Inaf/G. Masi

Questo viaggio lo si compie attraverso i circa 500 strumenti astronomici, a cominciare dalla collezione di magnifici astrolabi, tra cui l’astrolabio valenziano di Ibrahim ibn Said al-Sahli dell’anno 1070 d.C., proseguendo con la ricca collezione di globi celesti e terrestri dal XVI al XIX secolo, i numerosi cannocchiali e telescopi, tra cui gli esemplari di Eustachio Divini e di Giuseppe Campani, fino alla completa dotazione proveniente dagli osservatori romani ottocenteschi. Sono inoltre circa 4000 i volumi antichi, tra cui tutte le edizioni del De revolutionibus orbium coelestium di Copernico, tutte le prime edizioni delle opere di Galileo e i più importanti atlanti del passato. Il volume più antico, è un codice manoscritto membranaceo del XIV secolo, che raccoglie i principali trattati astronomici dell’epoca. Nell’archivio storico sono conservate le testimonianze originali dell’attività dei principali astronomi italiani dell’Ottocento e del loro contributo alla nascita dell’astrofisica.

Insieme all’Osservatorio Astronomico di Roma, nato dalla fusione tra l’Osservatorio del Collegio Romano e l’Osservatorio del Campidoglio, nel 1935 il Museo fu trasferito presso Villa Mellini a Monte Mario, dove si trova tuttora con un nuovo allestimento inaugurato nel 2023 in occasione delle celebrazioni per il 550° anniversario della nascita di Copernico.