Bilanci cosmici

Roberto Ragazzoni, Presidente dell’Inaf.

La fine dell’anno è un evento del tutto convenzionale, e la durata stessa del suo intervallo è maledettamente antropica – dopotutto, conosciamo pianeti attorno a pulsar il cui periodo orbitale è di poco più di un’ora e mezza. Eppure, è inevitabile volgere lo sguardo all’indietro per tentare un bilancio.

Il 2025 è stato un anno ricco di anniversari di scoperte che hanno segnato la nostra visione dell’universo. Trent’anni fa Michel Mayor e Didier Queloz – premi Nobel per la Fisica nel 2019 – annunciavano la scoperta di 51 Pegasi b, il primo pianeta conosciuto in orbita attorno a una stella “normale”, ma diversa dal Sole. A oggi, sappiamo dell’esistenza di oltre 6mila esopianeti, e questo numero è destinato a crescere inesorabilmente. Sessant’anni fa, Arno Penzias e Robert Wilson – premi Nobel per la Fisica nel 1978 – pubblicavano su The Astrophysical Journal Letters l’articolo sulla scoperta della radiazione cosmica di fondo, la traccia fossile del big bang. Una scoperta nata dal caso, ma destinata a rivoluzionare la cosmologia e la nostra conoscenza dell’universo primordiale. La copertina di questo numero di Universi è dedicata a George F. Smoot, scomparso lo scorso 18 settembre, che con John C. Mather ricevette il Nobel per la Fisica nel 2006 per la scoperta delle anisotropie della radiazione cosmica di fondo.

Sono due scoperte che si inseriscono in un flusso di ricerche portate avanti con tenacia da un grande numero di scienziate e scienziati, impegnati a esplorare un cielo che si è sempre rivelato – e con ogni probabilità continuerà a rivelarsi – imprevedibile. Scoperte che hanno portato a nuove domande, che richiederanno ulteriori osservazioni e la progettazione e costruzione di nuovi strumenti per scrutare il cosmo. Guardare avanti, dunque, non è solo naturale: è necessario.

Questo numero di Universi si apre all’insegna di grandi temi tra cui le lenti gravitazionali osservate da Euclid, i meccanismi che regolano la nascita e l’evoluzione delle stelle, fino alle spirali di plasma che attraversano lo spazio e agli strumenti come Soxs, pronti a osservare i fenomeni più rapidi, imprevedibili e misteriosi del cielo.

Un’occasione importante per valorizzare il ruolo dell’Inaf e dell’Italia nel panorama internazionale, e per consolidare le collaborazioni che rendono possibile la ricerca astrofisica di frontiera, sarà l’assemblea scientifica del Cospar (il Comitato internazionale per la ricerca nello spazio), uno degli appuntamenti più rilevanti per la ricerca spaziale mondiale, che si terrà a Firenze nel 2026, dopo l’ultima edizione del 2024 in Corea.
Nelle pagine di Universi ritroviamo l’energia di una comunità scientifica che unisce ingegno, innovazione e visione. Per noi l’universo che esploriamo non è solo un oggetto di studi, ma una frontiera aperta: un luogo dove la curiosità incontra il futuro. Con questo spirito, auguriamo a tutte le lettrici e ai lettori un 2026 di nuove scoperte, di collaborazione e di conoscenza condivisa.