La Specola: cuore astronomico di Padova

La Specola: cuore astronomico di Padova

A Padova esiste un luogo che conserva affreschi incredibili, strumenti testimonianza di tempi passati e delle tecniche di osservazione dell’epoca, e che mostra la città da un altro punto di vista. È il Museo la Specola, da visitare tutto d’un fiato.

MCCXLII – QUAE QUONDAM INFERNAS TURRIS DUCEBAT AD UMBRA NUNC VENETUM AUSPICIIS PANDIT AD ASTRA VIAM – MDCCLXVII (1242 – La torre che un tempo conduceva alle ombre infernali ora, sotto l’auspicio dei Veneti, apre la strada verso le stelle – 1767)

LA SPECOLA
La torre della Specola di Padova, uno dei primi osservatori astronomici italiani, è oggi sede del Museo La Specola, sezione museale dell’Inaf Osservatorio astronomico di Padova. Crediti: J. Dobrý

Questo epigramma, inciso alla base della torre della Specola, racconta la straordinaria trasformazione di uno dei luoghi più affascinanti di Padova. Fatta erigere da Ezzelino III da Romano come prigione, la torre fu poi inglobata nel castello dei Carraresi e, nel 1767, convertita dalla Repubblica di Venezia in uno degli osservatori astronomici più belli d’Europa. Contrariamente a una credenza diffusa, Galileo Galilei non vi mise mai piede, dato che l’osservatorio fu realizzato solo 150 anni dopo la sua partenza da Padova. Ma questo nulla toglie al fascino del Museo La Specola, che oggi offre un viaggio unico tra scienza, storia e bellezza.

La visita si snoda lungo l’intera torre, svelando gli ambienti di lavoro degli astronomi sette e ottocenteschi. Si parte dalla Sala dell’Iscrizione, dove una lapide del 1618 ricorda l’accesso all’antica prigione di Ezzelino. Quest’ambiente conserva ancora, sul soffitto, l’emblema trecentesco dei Carraresi che raffigura il carro da cui deriva il nome della famiglia. Oggi la sala è dedicata alla misura del tempo e ospita la collezione di orologi a pendolo, cronometri e cronografi che furono strumenti essenziali per gli astronomi dell’epoca.

Si prosegue nella Sala Colonna, antico vestibolo per gli ospiti illustri, dove sono esposti i ritratti dei primi direttori e il più antico quadrante mobile della Specola. Gli armadi ottocenteschi custodiscono piccoli strumenti astronomici, testimoni di un’epoca di grande fervore scientifico.

Il cuore del Museo è la Sala Meridiana, dedicata alla misurazione del passaggio degli astri al meridiano. Sul pavimento è incisa la linea meridiana che determinava il mezzogiorno vero, mentre sulla parete ovest troneggia il grande quadrante murale di Jesse Ramsden, installato nel 1779, utilizzato per misurare l’altezza delle stelle. Un affresco sulla parete est raffigura il sistema solare secondo le conoscenze dell’epoca di Giuseppe Toaldo, primo direttore dell’osservatorio.

La salita si conclude nella Sala delle Figure, il punto più alto del percorso, decorata con affreschi del pittore vicentino Giacomo Ciesa. Su indicazione di Giuseppe Toaldo, egli dipinse sulle pareti i ritratti a grandezza naturale di otto illustri personaggi che hanno segnato le principali tappe dello sviluppo dell’astronomia e della meteorologia: Tolomeo, Copernico, Tycho Brahe, Galilei, Keplero, Newton, Geminiano Montanari e Giovanni Poleni. Le figure, nascoste per oltre un secolo, sono tornate alla luce solo dopo i restauri del 1998, che le hanno liberate dalla sovrapittura applicata per rimediare ai danni provocati da infiltrazioni d’acqua nel corso dell’Ottocento. La visita si conclude sulla terrazza panoramica, che regala una vista mozzafiato a 360° sulla città di Padova.
Il Museo La Specola non è solo un luogo di scienza, ma è un vero e proprio scrigno di storia, arte e cultura, dove ogni passo e ogni sguardo raccontano lo straordinario cammino compiuto dagli astronomi nel corso dei secoli, per elevarsi sempre più verso le stelle.

SALA MERIDIANA
La più antica sala osservativa della Specola: qui gli astronomi effettuavano osservazioni del transito degli astri al meridiano celeste, il cerchio ideale che passa per il polo nord celeste e per lo zenit. Crediti: Inaf/R. Bonuccelli