Un’iniziativa per favorire la diffusione della cultura scientifica e lo sviluppo del pensiero critico, promossa dal Ministero dell’istruzione e del merito e organizzata dall’Istituto nazionale di astrofisica e dalla Società astronomica italiana.
Tutto ha avuto inizio nel 2006, quando, insieme a Mauro Dolci, siamo stati avvicinati da Conrad Boehm che ci ha proposto di organizzare le Olimpiadi italiane di astronomia (Oia) – ora Campionati italiani di astronomia –, da lui già svolte in edizioni “sperimentali”. Abbiamo accettato con entusiasmo e nel 2007, con la collaborazione delle sedi di Trieste, Teramo e Catania, ha preso il via la prima edizione “nazionale” delle Oia. Una competizione apparentemente “anomala”, poiché fa riferimento a una disciplina non curriculare nella scuola italiana. Della cordata faceva parte anche la Società astronomica italiana (SAIt), già presente nelle edizioni sperimentali con Angela Misiano. Le Oia hanno attirato l’interesse del Ministero dell’istruzione, che le ha inserite tra le iniziative che promuove e finanzia. Hanno aderito altri osservatori ed è stato creato un comitato organizzatore Inaf-SAIt.
I campionati italiani di astronomia prevedono tre fasi: preselezione, gara interregionale e finale nazionale. L’organizzazione fa capo a 11 sedi interregionali: quelle Inaf di Abruzzo, Bologna, Brera, Cagliari, Catania, Firenze, Napoli, Roma, Torino e Trieste e la sede SAIt di Reggio Calabria. Alla gara interregionale partecipano anche le sedi Inaf di Padova e Palermo, per un totale di almeno 50 ricercatori e ricercatrici Inaf coinvolti ogni anno.
Per la preparazione alla preselezione viene fornito a studenti e studentesse materiale di supporto e viene redatto un dossier su cui si baserà il questionario che dovranno compilare. Per la gara interregionale e la finale nazionale vengono organizzati corsi online e forniti materiali (dispense, esercizi e video) per spiegare come risolvere i problemi teorici. In base all’età, studentesse e studenti sono divisi in quattro categorie, dal terzo anno della secondaria di primo grado all’ultimo della secondaria di secondo grado.
La finale nazionale si svolge in modalità itinerante: da Siracusa nel 2014 a Cortina d’Ampezzo nel 2023, da Torino nel 2010 a Bari nel 2018. Dal 2007 hanno partecipato 73.419 studenti (55% maschi e 45% femmine) e sono stati coinvolti oltre 1500 docenti. Infine, ogni anno l’Italia partecipa a una competizione internazionale, con una squadra formata da cinque membri tra i vincitori della finale nazionale.
L’obiettivo di questa iniziativa non è creare nuovi astronomi e astronome, bensì contribuire alla diffusione dell’astronomia come bagaglio culturale, aumentando la consapevolezza dell’importanza dello studio dell’universo. In una società dove la diffusione di notizie false e non verificate in campo scientifico sembra non controllabile, è fondamentale dare ai giovani strumenti per sviluppare la capacità di analisi critica delle informazioni. Certo è che a seguito della partecipazione a questa competizione, in molti hanno scelto studi scientifici e alcuni di loro stanno svolgendo attività di ricerca in Italia o all’estero.
Se qualcuno si sta chiedendo perché prima si chiamavano Olimpiadi e adesso Campionati, sappiate che la causa sono le olimpiadi di Milano-Cortina. Il Coni ha chiesto, e il Mim ha recepito, che non si svolgano altre iniziative con la dicitura olimpiadi fino al 2026. Quindi dal 2023 tutte le competizioni studentesche italiane sono campionati. Dal 2027 torneremo a chiamarci, come è giusto che sia, Olimpiadi.

Chiusa la parentesi di Milano Cortina 2026 i “Campionati” italiani di astronomia torneranno a chiamarsi “Olimpiadi”.
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