Sotto un sole pantera

Sotto un sole pantera

Gli uni e gli altri; gli universi e gli altriversi, appartengono tutti a un multiverso forse reale, di sicuro probabile, quindi immaginato, teorizzato, sognato, sperato. Nelle altre pagine di questa rivista si raccontano gli uni-; in queste due pagine si osservano gli altri-, e saranno quando in rima, quando sciolti; quando selvaggi, quando educati; quando retro-, quando capo-, ma mai così tanto diversi dagli uni-, mai così tanto simili agli altri-.

LA PANTERA E IL GIAGUARO
Il titolo della filastrocca è liberamente ispirato alla raccolta di
racconti Sotto il sole giaguaro di Italo Calvino. Crediti: Angelo Adamo

Sotto un sole pantera
sotto lo sguardo attento
d’una pupilla nera

d’un felino oscuro, 
nascosto nel buio, in agguato
se ti attraversa la strada, 
si sa: verrai spaghettato.

No, non è malasorte
perché te la sei cercata, 
avvicinandoti a quell’orizzonte
sarai alla sua portata.

Precipiti, e non c’è da star contenti
perché finirai dritto-dritto tra quei suoi strani denti.
Zanne nere di marcio antico e cariato
che tanto cosmo hanno già masticato.

Supermassiccio com’è, sta sempre nascosto
nel centro galattico che con luminosità
lo cela alla vista, non è così grosso!
ma di piccola taglia, e gran densità.

Con forte zampa gravitazionale
afferra ciò che lì ha sconfinato
lo ammorbidisce saliva mareale:
lo prepara al pasto del mostro affamato.

Nell’ombra scura, vi giuro, l’ho visto!
scendeva anche un raggio di luce, 
parte light del pasto, di certo un misto!
che nel buco oscuro il mostro introduce.

GLI OCCHI DELLA FIERA
Le iridi della pantera riflettono l’immagine del buco nero al centro della nostra galassia: Sagittarius A*. Crediti: Eht Collaboration

Forse dal suo sé tanto incuriosito
ma, timido, introverso, chiuso, riservato,
non emette all’esterno il referto completo
del suo intimo, interiore travaglio illuminato.

Ma bada a fraintendere: no, non spegne mai la luce!
Il mostro la trattiene, la sequestra, fermandola,
sì, per lui, sapete, non è così veloce,
la assapora e dice “secondo me, sa di mandorla!”

Ora svelo il motivo di tale golosità
che mal s’addice al vero re delle tenebre
Non è passione per la luminosità, 
ma paura del buio e di ciò che è funebre.

Continua, per questo, volentieri il suo pasto 
con fulgide stelle davvero cadenti
ma al di sopra di tutto prende sempre gran gusto 
se si trova a mangiar il precipitar degli eventi.